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Settore giovanile

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2016 09:59
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Città: FERRARA
Età: 39
Sesso: Maschile
30/03/2016 16:07

Le giovanili sono un mondo variegato e fatto di tantissime variabili, esplicite e nella maggior parte dei casi implicite.

Partiamo dal presupposto che: NON ESISTE UNA FORMULA MAGICA PER PORTARE UN GIOCATORE X A DIVENTARE UN PROFESSIONISTA.

il giocatore che parte dalle giovanili deve sconfiggere il proprio fisico, i concorrenti, l'allenatore (il suo), l'altro allenatore (quello della prima squadra) e più in generale una disorganizzazione tipica delle squadre dove a capo c'è un DS vecchio e un po' ignorante in materia di organizzazione (Rino Foschi).

Le nostre giovanili sono come uno scolapasta: fanno acqua da tutte le parti. Con ciò non intendo dire che saltuariamente qualche giovane non salti fuori dalle nostre parti, voglio affermare che esiste un limite fisiologico (verso il basso) che noi non superiamo più da molto tempo. Per almeno 10 anni ho supervisionato i giocatori under 19 di tutta Italia per il famoso gioco Football Manager, e ho addirittura prodotto un documento dove descrivevo la formazione di ogni singolo calciatore professionista italiano. Non ho mai lavorato NEL calcio, ma ho lavorato per un ente esterno che OSSERVAVA il calcio. Bene, ho osservato che in Italia, al contrario di ciò che avviene in altri paesi, la maggior parte dei professionisti parte da squadre di seconda/terza fascia, per non dire dilettantismo. Pensiamo per esempio alla nazionale che vinse il mondiale nel 2006: ci sono più giocatori che provengono dalla Renato Curi Angolana che da una Juve o un'Inter qualsiasi. Questo è dovuto al fatto che la Renato Curi Angolana è tutt'ora una buonissima scuola calcio, e dal fatto che la fortuna e l'investimento nel proprio miglior giovane paga molto di più che avere 10 giovani molto talentuosi a libro paga ed in giro per l'Italia.

Partiamo da un presupposto: l'uomo non è infallibile.
Ricordiamoci questa cosa qui.

Io partirei eliminando tutte le squadre sotto gli esordienti e magari aggiungerei una squadra fra gli allievi nazionali e la primavera (cioè i berretti). Questo ci permette di avere un focus maggiore nel momento in cui si decide se un giovane farà il professionista o meno.

Di seguito espongo i punti che per me sono fondamentali per lo sviluppo di un buon settore giovanile:

1) Reclutamento base - ad oggi sono principalmente scout e squadre affiliate che mandano i giocatori a fare dei provini per il Cesena, lasciando così la conoscenza della potenziale platea di giocatori papabili alla mercé dell'errore umano. In mia opinione bisognerebbe ideare un sistema rudimentale di misurazione delle prestazioni dei singoli calciatori di tutte le squadre affiliate ed eventualmente di tutti i singoli che vogliono proporsi al Cesena, con tanto di pagina sul sito ufficiale dove trovare la squadra affiliata (mappa dell'Italia interattiva dove si possono visualizzare i contatti di tutte le scuole calcio affiliate al Cesena) ed eventualmente inviare la richiesta per poter effettuare un provino. Per test intendo la misurazione della velocità, dell'altezza, della massa muscolare, della tecnica e tutte le caratteristiche necessarie. Tutte queste informazioni andranno a comporre un database dal quale si potrà monitorare meglio la situazione dei giovani calciatori presenti nel nostro radar, e si potrà con più facilità andare a selezionare i migliori giocatori con i quali formare le squadre che compongono il settore giovanili. Il compito degli scout sarà comunque importante e decisivo, ma si sposterà su un piano superiore. Il monitoraggio potrebbe andare dai 10 ai 17 anni. Sarebbe interessante organizzare un torneo, a fine anno, dove i migliori selezionati si sfidano in una serie di partite.

2) Allenatori - Secondo la mia visione gli allenatori dovrebbero essere scelti con caratteristiche diverse a seconda della squadra di competenza. Se fino agli 11-12 anni è importante avere un allenatore che abbia competenze multidisciplinari (fisico-tecniche-psicologiche) magari senza un passato da professionista, dagli allievi nazionali in su è importante scegliere un allenatore per la completezza del suo ruolo: ex professionista con caratteristiche tattiche e psicologiche adatte alla crescita di ogni ragazzo in rosa. E' altre sì importante che si crei un sistema di scambio di informazione fra tutti gli allenatori delle giovanili delle squadre affiliate: ogni giovane che può essere selezionato dal Cesena deve poter già essere allenato ed educato seguendo le linee guida della società bianconera. Se creiamo continuità nel percorso del giovane calciatore, riusciremo a concentrarci sul miglioramento e non sul riparare i danni fatti da un sistema poco organizzato.

3) Le Squadre - Ho letto che Ajax compone le proprie squadre con soli giocatori che provengono dall'hinterland locale, mentre squadre come l'Inter preferiscono avere una foresteria sempre ben piena. Io credo che il segreto sia l'equilibrio: i casi in cui i nostri giocatori sono esplosi sono quelli dove il giocatore è cresciuto nella squadra affiliata e si è trasferito in bianconero solo nella parte finale della propria formazione. Questo apre tante possibilità di interpretazione, una delle quali è che il lavoro base fatto qui non è efficace, ma ci da anche spunto per poter suggerire di lavorare molto con i nostri club affiliati a livello di coordinazione e di strumenti da fornire a loro, e occuparci della formazione delle squadre in maniera progressiva: se nei giovanissimi la percentuale di "cesenati" sarà prossima al 70%, inglobando quindi solo giocatori di vera e sicura prospettiva, verso gli allievi nazionali si può andare verso una selezione senza limiti di provenienza. Questo aiuta a creare uno zoccolo duro di ragazzi comunque dotati, e fa capire ai giocatori stessi che per chi non ha voglia la primavera del Cesena gli presenta una porta girevole.

4) La Formazione - La filosofia che il Cesena in mia opinione dovrebbe seguire, anche per dare continuità al mio pensiero di integrazione fra le varie scuole calcio affiliate, è quella del programma prestabilito. In mia opinione bisognerebbe lasciare poca libertà, se non quella emotiva e psicologica, ai ragazzi del settore giovanile. E' chiaro che il tema e le caratteristiche del programma tecnico dovranno essere decise dallo staff tecnico in toto (e mi vien da dire per fortuna) con cadenze quadriennali. Parallelamente al programma tecnico, è fondamentale per me organizzare una serie di incontri e stage con ex e attuali giocatori professionisti, anche di altissimo livello, che daranno l'opportunità ai ragazzi di crescere sia a livello tecnico che a livello mentale. Inoltre sarebbe proficuo organizzare degli incontri con responsabili di sponsor e comunicazione per dare ai ragazzi una conoscenza base del mondo "mainstream", così da prepararli all'eventuale futuro. Ultimo tassello di questo paragrafo è l'allenamento personalizzato: è bene che il giocatore giovane, se presenta determinate lacune o possibilità di crescita, possa usufruire di alcune ore di lavoro extra personalizzato, con un vero e proprio tutor (anche l'allenatore stesso) che si prende tempo e si mette a sua disposizione. La cura del dettaglio è il punto di partenza di qualsiasi vittoria.

5) Integrazione e Post-Giovanili - Una volta arrivato alla fine del ciclo di formazione, il giocatore può essere scelto per proseguire la propria esperienza con un contratto professionistico. In questo caso è bene fare campagna acquisti negli anni precedenti in maniera tale da avere uno slot libero in quel ruolo: se sai che sta arrivando un Sensi, tieni un Cascione che possa fargli da chioccia piuttosto che un 25enne che giocherebbe sempre senza lasciargli spazio. Nel caso in cui il giocatore non fosse ancora pronto per la prima squadra, e si vedesse necessario un anno di serie C (o serie D), è importante selezionare accuratamente la squadra di riferimento e, soprattutto, preparare con il massimo scrupolo il giocatore a giornate di panchina/campo. Ma se siamo stati bravi questo sarà già stato fatto (ed eventuali rinunciatari saranno già stati mandati a casa). A fine anno, e questo è l'ultimo punto, è vitale organizzare un torneo con i prestiti in rientro, così da valutare in casa il processo di miglioramento dei nostri giocatori. Questo ultimo punto serve come scrupolo in più a valutare eventuali giocatori che non hanno brillato in campionato per motivi ambientali o fisici.

E' chiaro che stiamo schematizzando un mondo che è amplio e complicatissimo, ma da qualche parte bisognerà pure partire :)
Hail to the thief
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